Vi siete mai chiesti chi abbia inventato il tiro con l’arco? O meglio a chi ne venga attribuita l’invenzione? Perché se nelle notti d’estate o le belle serate autunnali, alzando lo sguardo verso la regione più bassa dell’eclittica, si vede una strana creatura appartenente ad un imaginario remoto, ma comune, nell’atto di scagliare la sua freccia di stelle? Perché il Sagittario sta lì a proteggere Orione ed impugna l’arco, e non un'altra arma? Perché il tiro con l’arco sia stato nobilitato si tanto da finire tra le stelle?
L’aver alzato lo sguardo al cielo per contemplarne i misteri, l’ineffabile bellezza, l’inafferrabile immensità è ciò che più d’ogni altra cosa rende l’uomo tale, generando meraviglia, curiosità e tentativi di risposta. Di fronte a ciò che non capiamo, o ci è estraneo, la nostra prima reazione è quella di tentare di rendercelo famigliare, ritrovare nell’ignoto il conosciuto.
In un mondo popolato dai miti, da epiche battaglie, caccie senza fine, ninfee, centauri, dei, tradimenti, invidie e gelosie, non deve sorprendere che l’uomo nell’antichità proiettasse tutto ciò nel cielo, sapersi orientare con le stelle, comprenderne il movimento e la regolarità era vitale per scandire i ritmi dell’esistenza, per tenere il mare, per seminare, per raccogliere e così via.
Ecco allora che le stelle più luminose, le cosiddette costellazioni, acquisivano un nome, una storia, che aiutassero a riconoscerle, a memorizzarle e quindi individuarle in ogni momento. E tra questi miti ce n’è uno che ogni arciere dovrebbe conoscere, il mito di Croto! E chi è costui, come avrebbe probabilmente chiesto Don Abbondio!
Croto è il figlio del dio-capro Pan e di Eufeme, la nutrice delle Muse. In quanto figlio di Pan, è molto probabile che Croto fosse stato più un satiro che un centauro, dando così credito alle descrizioni del Sagittario fornite da Eratostene nei Cataterismi che identificava la costellazione appunto con un satiro, a differenza di interpretazioni più tarde, e contemporanee, che tendono a vedere nel Sagittario la raffigurazione di un centauro.
Ma torniamo a Croto, il quale venne allevato sul monte Elicona assieme alle Muse delle quali divenne compagno e profondo ammiratore. Fu proprio su questa cima sacra alla mitologia Greca che Croto inventò arco e frecce per servirsene nelle sue battute di caccia. Il figlio di Pan era infatti noto per essere un cacciatore straordinario, veloce nell’inseguire le prede ed infallibile con l’arco. Così, quando morì, le Muse, memori delle sue attenzioni e cortesie – Croto è anche ritenuto l’inventore dell’applauso usato proprio come apprezzamento per il canto delle Muse – chiesero a Zeus di trasformarlo in una costellazione all’altezza della sua fama. E così fu!
Ancora oggi il Sagittario ci ricorda le caratteristiche di Croto: le sue qualità di cavallerizzo e la sua gloria come inventore di arco e frecce nonché d’infallibile arciere, tanto da essere posto a guardia di Orione con le sue frecce direzionate contro lo Scorpione.
Certamente pochi sport possono vantare di essere così profondamente radicati nell’immaginario comune, di avere un’origine mitologica e una rappresentanza nel firmamento! Diciamolo, essere arcieri ha un fascino senza tempo!
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