La cosa straordinaria del tiro con l’arco è, come abbiamo ribadito altre volte, il fatto di essere uno sport accessibile a chiunque, e, anche se può sembrare incredibile, persino a chi è non vedente. Riportiamo di seguito il riassunto di un bellissimo articolo apparso su World Archery in occasione dei recenti campionati Para Archery di Donaueschingen.
Dopo essere mancata ai campionati Para Archery dal 2009, quest’anno la competizione per non vedenti è tornata ad essere parte integrante dei campionati.
Gli arcieri che hanno preso parte alla competizione a Donaueschingen sono in totale 8 e hanno gareggiato in due categorie la VI1 e VI2/3, tra loro il campione del mondo Steve Prowse, che qui ha bissato il suo successo.
Gli arcieri che competono nella categoria VI1 devono gareggiare con una benda agli occhi oppure con degli occhiali offuscanti. Entrambe le categorie usano uno speciale strumento per la mira controllato con il tocco ed è inoltre concesso di avere un assistente.
Steve Prowse, campione del mondo nella categoria non vedenti già nel 2007, racconta della sua carriera di arciere che lo vede prendere in mano un longbow nonostante la sua vista sia affetta da una malattia che lo costringe ad un campo visivo di 10 gradi e una profondità di pochi metri.
Quando iniziò per Steve il tiro con l’arco era una pura attività ricreativa, anche perché, come riferisce lui stesso, l’idea di tirare con l’arco senza vedere aveva del ridicolo. Presto però venne contattato da un allenatore che lavorava con la British Blind Sport e la sua personalità competitiva si risvegliò.
Steve racconta che nella sua carriera è sempre stata una questione di sfida personale, di obiettivi da raggiungere per superare se stesso. Ed indubbiamente imparare a colpire il bersaglio completamente al buio non è cosa da tutti i giorni e richiede una determinazione straordinaria, oltre alla volontà di non arrendersi mai, nemmeno di fronte a ciò che può sembrare impossibile. Al suo fianco come sostegno negli allenamenti e nella veste di assistente durante le gare, la moglie Lesley, che ha sempre appoggiato le sue scelte.
Per Steve la partecipazione ai Campionati Para Archery a Donaueschingen è stato un fatto di sensibilizzazione prima ancora che di competizione. È l’importanza di accrescere l’attenzione attorno alla partecipazione dei non vedenti al tiro con l’arco, e una manifestazione come questa ha contribuito moltissimo alla visibilità del movimento.
La storia di Steve e il suo impegno sono una testimonianza di come il tiro con l’arco sia in grado di abbattere le barriere, di mettere sempre l’arciere in una sfida con se stesso, nella convinzione che non esistono dei limiti se non quelli che noi ci imponiamo.
Non c’è dubbio che questo tipo di sfide ed esperienze non possono che accrescere la bellezza del tiro con l’arco, uno sport che veramente è molto più di uno sport, e diventa un modo di affrontare se stessi e la vita con preparazione e consapevolezza maggiore.
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