I Campionati Italiani Indoor a Rimini sono alle porte e sicuramente molti di voi che leggono e seguono la nostra pagina saranno certamente tra gli arcieri in gara, ma per alcuni probabilmente i campionati italiani sono ancora un sogno e il luogo a cui guardare per imparare dai migliori!
Ecco allora alcuni consigli per chi ha da poco iniziato con arco e frecce e giustamente ambisce a grandi traguardi!
C’è differenza tra le frecce da usare nell’outdoor e quelle da usare nell’indoor? Può essere. Per alcuni arcieri risulta più performante tirare in indoor delle frecce dal diametro più grande. Maggiore è il diametro infatti, maggiore è la possibilità di prendere le linee nel bersaglio e dunque generare un punteggio più alto!
Ma non è sempre detto che questa sia la soluzione! Un’asta troppo grande per il tuo arco potrebbe risultare più rigida e mancare il bersaglio molto più di prima! La soluzione? Come sempre la tecnica! Allenarsi per padroneggiare al meglio la tecnica di tiro farà sì che la scelta delle frecce diventi più semplice e soprattutto più consapevole!
Chi ha familiarità con le gare indoor sa quanto l’illuminazione possa incidere sulla fase di mira! Molte volte un’illuminazione sbagliata può risultare estremamente frustrante per l’arciere e compromettere l’intera gara. Che fare? Di certo non possiamo sostituire l’impianto di illuminazione! L’unica cosa che ci resta è prenderla come un’altra sfida! Più saranno le gare indoor affrontate, maggiori saranno le possibilità di avere avuto a che fare con diverse condizioni di illuminazione e quindi essere pronti per ogni evenienza.
Hai raggiunto il punto di ancoraggio, ora è tempo di iniziare la fase di mira! Domanda spontanea, quanto si deve mirare? La cosa fondamentale è evitare di stare troppo a lungo in mira, ciò infatti può incidere negativamente sull’esito del tiro. E dunque? Come sempre in arcieria i pareri sono discordanti, ci sembra però possa essere abbastanza indicativo non prolungare la fase di mira oltre un tempo che oscilla tra i tre e sei secondi a seconda che si usi l’arco olimpico o l’arco compound. Naturalmente questi sono dei tempi del tutto indicativi, poiché ogni arciere dovrà trovare il suo equilibrio, fatta salva l’importanza di non mirare troppo a lungo!
Cosa succede una volta che la freccia ha lasciato l’arco? Come si comporta l’arciere? Se avete visto una partita di basket, baseball o anche un giocatore di golf, l’immagine dell’atleta che per alcuni secondi mantiene la posizione quasi ad accompagnare ancora la palla nel suo volo vi sarà familiare.
Per l’arciere deve accadere la stessa cosa. Non importa se è gara o semplicemente allenamento, ogni freccia deve essere tirata come se fosse la più importante e una volta scagliata verso il bersaglio risulta estremamente d’aiuto mantenere la postura, la concentrazione per qualche secondo, quasi a voler continuare ad accompagnare il volo della freccia. In questi secondi che seguono il tiro, l’arciere può analizzare in modo rapidissimo, impercettibile, cosa ha sbagliato, cosa ha fatto in modo corretto, cosa dovrà ripete e cosa invece evitare. Non bisogna sottovalutare questo aspetto e per questo è importante compiere sempre il gesto del tiro fino in fondo, poiché proprio come disse Confucio “quando l'arciere manca il centro del bersaglio cerca la causa del fallimento in se stesso”.
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