martedì 24 marzo 2015

    Target panic: la cura

    • by DiBlog

    Per guarire dal target panic il primo passo è quello di interrompere le gare. Il secondo è quello di affidarsi ad un tecnico che andrà a sviluppare i vari compiti da affidare all’atleta.

     

    Il metodo che uso con i miei allievi per curare il target panic è abbastanza semplice.

    Innanzitutto valuto insieme all’arciere che tipo di sgancio meccanico usare per poter apprendere al meglio la tecnica back tension. Di solito la scelta cade sullo sgancio a rotazione perché “obbliga” all’uso dei muscoli romboidi.

    Scelto lo sgancio meccanico, inizia il lavoro per imparare la tecnica back tension.

    Faccio posizionare l’allievo a pochi metri dal battifreccia senza bersaglio e gli spiego, con l’ausilio di un cordino o un elastico appositamente preparato, come usare lo sgancio. Una volta che lo ritengo pronto, passo a fargli usare arco e frecce e quando l’allievo ha acquisito la tecnica si comincia il lavoro vero e proprio, quello mentale.

     

    Penso che nella testa degli arcieri viva un folletto dispettoso che a volte fa fare cose che noi consciamente non vorremmo mai fare, causando in tal modo sconquassi al nostro tiro

    Il mio scopo dunque è proprio quello di far ritrovare all’arciere la capacità di gestire la tecnica di tiro. Sicuramente avrete provato a tirare con l’arco nella “paglia” e vi sarete accorti di come si riesca a tirare bene, rilassati, senza fatica e ansia ma, per superare il target panic, bisogna affrontare il bersaglio. Affiora allora la paura di sbagliare, non si riesce a stare fermi nel giallo, aumenta l’ansia che lo sgancio parta nel momento sbagliato e chi più ne ha più ne metta. Per questo imparare bene la tecnica della back tension permette di affrontare i vari step per curare il target panic.

     

    Come ho già detto, il lavoro è lungo e all’inizio molto difficile perché il folletto che è nella nostra testa ci farà trovare mille modi per far aprire lo sgancio in modo sbagliato, anche contro la nostra volontà. Proprio per questo la presenza di un tecnico risulta fondamentale per ripotare l’attenzione dell’arciere dal mirino alla tecnica corretta. Ai miei allievi dico sempre che il bersaglio si colpisce tirando bene e non mirando bene, perché tu puoi anche riuscire a mirare bene, ma se la tua tecnica è sbagliata, la freccia non colpirà il centro.

    Il primo approccio al bersaglio andrà fatto tirando da 5 metri in una visuale grande fino a quando l’arciere non sarà in grado di eseguire il suo gesto in maniera ottimale, per poi passare a distanze maggiori e a bersagli diversi. Il tecnico valuterà se e quando fare gli step successivi e, nel caso l’arciere non sia ancora pronto, potrà decidere di ritornare allo step precedente.

     

    La parte più difficile per il tecnico è quella di far capire all’allievo che il gesto non si basa solo sulla mira e l’apertura dello sgancio meccanico, ma va considerato nella sua interezza, da quando si sale sulla linea di tiro a quando la freccia si pianta nel bersaglio. 

    In mezzo a questi due punti c’è un mondo:

    • mano nella grip,
    • presa dello sgancio meccanico,
    • sollevamento dell’arco,
    • posizione delle spalle,
    • avambraccio dell’arco,
    • trazione,
    • ancoraggio con ricerca dei contatti,
    • trasferimento della forza di trazione,
    • allineamento visette-diottra,
    • mira,
    • preparazione dello sgancio meccanico all’apertura,
    • continuare nella chiusura dei dorsali fino all’apertura dello sgancio e la conseguente reazione,
    • mantenimento.

    La difficoltà di chi ha il target panic è quella di prestare la massima attenzione a tutti i passaggi del tiro avendo il bersaglio davanti. Per questo è importante superare e lasciarsi alle spalle il target panic, per dedicarsi ad acquisire la giusta tecnica senza più paure e ansie, ritrovando il piacere di tirare.

     

    A mettere troppa carne al fuoco si rischia di bruciarla, per cui, come detto prima, si tratta di andare per gradi affrontando un lavoro lungo e noioso, avanti e indietro, cambiando tipo di bersaglio, senza sapere se e quando finirà. Ma se avrete pazienza alla fine godrete dei benefici del lavoro fatto.

     

    Qui ho parlato di target panic che affligge i tiratori che usano il compound ma, con le opportune modifiche, il metodo vale anche per i tiratori con arco olimpico e arco nudo.

    Non vi ho scritto il metodo passo passo perché varia da arciere ad arciere e dal tipo di target panic. Spero di essere stato esauriente e come sempre sono a disposizione per darvi qualche consiglio in più.

     


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