FONTE FITARCO:
Nella finale per il bronzo compound open, sotto il sole cocente allo Yumenoshima Park Archery Field di Tokyo, Maria Andrea Virgilio batte la russa Stepanida Artakhinova (Rpc) per 142-139.
Si tratta della ventottesima medaglia azzurra alla Paralimpiade di Tokyo, la prima per il tiro con l'arco paralimpico dopo le due conquistate all’Olimpiade.
La sfida è rimasta in equilibrio fino alla terza volée: parità nella prima frazione (28-28), poi l'allungo della Aratkhinova (26-28) e il ritorno della Virgilio (29-27) portano il match sull'83-83. L'atleta siciliana si porta avanti di 2 punti nella quarta volée chiudendo il parziale sul 29-27 e non lascia scampo all'avversaria concludendo la partita con un perentorio 30-29.
Tutta la tensione di una lunga giornata si scioglie in uno sguardo incredulo verso i bersagli e poi nel lungo abbraccio con il CT Willy Fuchsova, da sempre al suo fianco anche nelle vesti di coach personale e dall'applauso del resto del gruppo azzurro che l'aveva sostenuta dagli spalti.
La prova di Maria Andrea Virgilio vale tantissimo: al suo esordio ai Giochi quella dell'atleta siciliana è la medaglia che porta il tiro con l'arco italiano per la decima volta consecutiva sul podio delle Paralimpiadi e, come accaduto per lo storico bronzo di Lucilla Boari alle Olimpiadi, è anche la prima medaglia paralimpica femminile italiana nella divisione compound.
LE DICHIARAZIONI
Le emozioni di Maria Andrea Virgilio: "Sono senza parole. Dopo l'ultima freccia non ho esultato subito perché dovevo realizzare. Vincere all'esordio una medaglia, a maggior ragione una vittoria individuale, è una sensazione bellissima. Dopo un inizio difficile mi sono detta che non dovevo mollare niente. Mi sono incavolata ed ero più decisa. La semifinale? In questa Paralampiade mi sono divertita un mondo, gli errori che ho fatto restano, non ho nulla da rimpiangere. Mi sono divertita anche durante il match con l'inglese, è andata così e basta. Una dedica? La faccio in privato...", ha detto la Virgilio ai microfoni della Rai.
E poi ha aggiunto alla stampa: “Questa medaglia mi ha ripagato di tutti i sacrifici fatti in questi anni, per cui ringrazio la Diamond Archery di cui è il presidente il nostro CT Guglielmo Fuchsova, che è anche il mio tecnico personale. Sono nata a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, per la mia patologia che è la spina bifida, ma sono una trapanese doc. Mi sono già arrivati tanti messaggi, a casa sono impazziti per questa medaglia, non hanno dormito la notte. Le dediche? Preferisco farle in privato".
La ventiquatrenne siciliana poi ricorda il cammino che l'ha portata sul podio: “L’incontro più difficile è stato quello con la mia compagna di stanza Eleonora Sarti ai quarti di finale, soprattutto dal punto di vista nervoso anche perché siamo amiche. Con lei abbiamo parlato prima della gara e le avevo chiesto qualche consiglio perché lei aveva più esperienza di me, avendo già gareggiato a Rio. Questa medaglia l'avevo sognata, essendo siciliana sapevo come combattere il caldo e l’ho patito molto meno di altre. Bello finalmente battere la russa che mi aveva sempre sconfitto in passato e che ci aveva escluso anche nella gara a squadre miste di ieri - con Matteo Bonacina ndr - ai quarti di finale allo shoot-off".
Sorride Guglielmo Fuchsova, per tutti “Willy”, che segue Maria Andrea come allenatore da quasi nove anni, oltre ad essere il ct della Nazionale azzurra a Tokyo: “L’abbiamo conosciuta per caso grazie a un progetto organizzato dal Cip all'interno di un centro di riabilitazione all’Aias di Pacheco, in provincia di Trapani. Le abbiamo fatto provare diversi sport come il tennistavolo e l’atletica, ma quando ha cominciato col tiro con l'arco abbiamo capito subito che era quella la sua disciplina”.
Poi racconta le difficoltà del cammino verso il bronzo: “La cosa più difficile è stata convincerla a continuare anche perché a Trapani non c'era nessun centro attrezzato per il tiro con l'arco. Così ho deciso di creare una succursale a Trapani, oltre alla sede centrale di Palermo: questa medaglia ci ripaga per tutti gli sforzi. È una medaglia storica perché è la prima di sempre al femminile per il compound, disciplina presente esclusivamente alla Paralimpiade. Bello assistere a questo passaggio di testimone sullo stesso campo di gara a Tokyo tra Lucilla Boari - bronzo all'Olimpiade ndr - e Maria Andrea Virgilio: entrambe hanno fatto la storia del tiro con l'arco azzurro in campo femminile. E ancora non è finita...”. Conclude Fuchsova alludendo alle gare del W1 femminile e del ricurvo che vedranno in campo Asia Pellizzari, Stefano Travisani, Enza Petrilli ed Elisabetta Mijno.
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